La goccia che scava la roccia

In un post precedente ho descritto sommariamente che nel nostro quotidiano compiamo tantissimi movimenti che nel tempo producono conseguenze, spesso lesive per il nostro corpo e non solo.
Ecco perché ho pensato di chiamare questo post “la goccia che scava la roccia“.
Questo modo di dire, contiene in sé una grande verità, cioè che la costanza produce sempre qualche cosa. Non è vero che la costanza premia, è vero che la costanza, la continuità, ottiene sempre qualche cosa.

È evidente che tutti noi respiriamo, ma a nessuno è stato spiegato come si respira correttamente e quanto sia davvero importante una buona ventilazione. Tutti stiamo in piedi, ci muoviamo, ci sediamo, camminiamo, corriamo, alziamo pesi, ci sdraiamo, ecc. e si tratta ovviamente di normali attività quotidiane che possiamo considerare (per coerenza con il titolo del post) come delle ‘gocce’.

Purtroppo a quasi nessuno di noi è stato spiegato che se queste azioni vengono svolte in modo errato il nostro corpo, come la roccia, ne subirà le conseguenze.
L’essere umano normalmente tende a funzionare in maniera sufficiente, intendo dire che compie quello che ritiene sufficiente al raggiungimento di un risultato (in questo specifico caso sto parlando delle attività citate in precedenza).
L’errore sta nel considerare queste attività come scontate e banali, che si possono eseguire senza conoscenza nè attenzione alcuna.

Per la maggior parte del tempo non poniamo neppure attenzione a ciò che facciamo e compiano più azioni contemporaneamente, ci muoviamo per automatismi e per engrammi motori.
Così facendo entriamo in una routine funzionale che, come spesso capita, non è corretta e nel tempo produrrà effetti nocivi: fastidi, dolori, patologie, turbe emotive.

La fregatura sta nella quantità e quindi nella frequenza con cui si svolgono queste azioni che, aggravate da una qualità mediocre, faranno lo stesso lavoro della goccia d’acqua.
E quando sopraggiungono i primi acciacchi è più facile dare la colpa all’età incorrendo in un errore di valutazione.
È vero che con il tempo ci consumiamo ma è altrettanto corretto cercare di consumarsi nel miglior modo possibile!

Senza dilungarmi nella descrizione di un utopico stile di vita salutare, vorrei soffermermi nello specifico almeno su una delle azioni svolte nel quotidiano, movimento effettuato nella maggior parte delle volte sempre e purtroppo male; sedersi e alzarsi.
Al di là di quanto già spiegato nel post sulla colonna vertebrale in cui si è evidenziato che la posizione seduta per la colonna risulta essere poco sana, consideriamo in questa sede la “bio-meccanica” del gesto del sedersi e di conseguenza dell’alzarsi.

Ogni volta che facciamo cambiare di livello il nostro corpo, il nostro baricentro si sposta dal suo asse di equilibrio mentre noi tendiamo  inconsapevolmente a compensare con la nostra colonna vertebrale.
Quindi da seduti il baricentro si trova spostato rispetto alla posizione che assumerebbe se fossimo in piedi.
Pertanto sia per sederci che per alzarci, istintivamente ci chiniamo in avanti curvando la schiena o ci appoggiamo a dei braccioli oppure all’eventuale tavolo davanti a noi.

Perché lo facciamo? Se ci appoggiamo con le mani e utilizziamo le braccia quando dovremmo impiegare solamente gli arti inferiori, evidentemente il movimento non è corretto. Inoltre questo gesto errato comporta una serie di errori a catena: impegnamo le braccia che dovrebbero restare libere, non utilizziamo al meglio gli arti inferiori, carichiamo spalle e collo e portiamo sempre e comunque la nostra colonna vertebrale fuori baricentro…che fatica inconsapevole!

Però, se osservate con attenzione le persone anziane (oppure nel caso in cui siete incappati in un forte mal di schiena) questa azione è svolta in modo differente: spesso hanno l’abitudine di sedersi sulla punta della sedia e non si appoggiano agli schienali, così come i bambini tendono a tenere le gambe sotto la seduta o una gamba flessa sotto il sedere, sotto il baricentro.
Così facendo nel sedersi e nell’alzarsi, non obbligano lo spostamento fuori asse della colonna vertebrale e permettono il pieno uso degli arti inferiori senza impiegare quelli superiori.

Come sedersi? Su cosa sedersi? Quando sedersi?

Non esistono sedute comode, intendendo sedute che “fanno bene”.
Esistono sedute che condizionano il nostro modo di sederci in modo da limitare i danni.
La realtà è che non ci sono posizioni che possano essere mantenute a lungo senza creare danni. Stare troppo in piedi fa male alla schiena, così come stare troppo seduti e troppo sdraiati.

Il problema infatti è il TROPPO.
Siamo stati creati per muoverci, non per essere sedentari, quindi il segreto per avere meno dolori possibili è ridurre il tempo in cui si mantengono posizioni statiche e scorrette.
In commercio sono vendute delle sedute ergonomiche di questo tipo:

           

Tutte hanno lo stesso principio: mantenere le curve della colonna in posizioni il più possibile corrette inclinando la seduta in avanti e scaricando parte del peso sulle ginocchia in appoggio, con un bacino in anteroversione.
Ma questo non è sufficiente.

La seduta è per forza di cose da mettere in relazione al tavolo da lavoro, alla posizione del PC, ecc. e cosa fondamentale: bisogna sapersi sedere e rimanere seduti in modo corretto!
Molte persone che hanno comperato queste sedute (spesso costose) dopo un po’ se ne sono pentiti perché i dolori alla schiena non sono migliorati e in alcuni casi addirittura peggiorati!
Sapete perché? Perché non sono state educate a questa posizione ne tanto meno hanno capito la reale utilità di queste sedute.
A dirla tutta queste sedute dopo un po’ risultano naturalmente scomode.

Per rimanere in quella posizione correttamente bisognerebbe avere coscienza prima di tutto della propria postura (spesso dimenticata), un buon tono addominale, un buon rapporto con l’ambiente circostante con cui interagiamo, un tavolo di altezza modificabile, la capacità di mantenere una posizione senza tensioni. insomma, troppe variabili da considerare anche se di estrema semplicità.
Quindi la maggior parte delle persone, dopo qualche manciata di minuti, comincia ad adattarsi alla seduta, compensando malamente la scomodità e ottenendo gli stessi risultati delle precedenti sedie, ma avendo pagato più di prima :-), vantaggioso!

Invece, se ci prendessimo qualche minuto in più per ascoltarci meglio e se fossimo meno in balia della frenesia quotidiana, di tanto in tanto dovremmo alzarci e muoverci per qualche minuto. Ecco il segreto: non restare fermi per ore in una posizione! Del resto è previsto pure dalla legge sulla sicurezza sul posto lavoro ma molto spesso ce ne dimentichiamo.
Io però preferirei seguire la legge del buon senso, quella naturale da cui ci siamo discostati molto, questa legge ha sempre ragione, forse meglio conoscerla e seguirla che ne dite?

Personalmente propongo una seduta diversa, molto funzionale, originale, attiva e, non da ultimo, anche economica:la palla!
Eccola qui:

La palla è una seduta fantastica.
È ammortizzata, permette di muoversi agevolmente dalla posizione e obbliga ad una “seduta attiva”. Significa che non sarà possibile “sbragarsi” come su una sedia 🙂

Come vedete la colonna vertebrale rimane nella giusta inclinazione e le vostre gambe devono comunque lavorare per mantenervi sulla palla.
In molti uffici all’estero, soprattutto in America, non è inusuale trovare impiegati e manager, su queste sedute dietro le loro scrivanie.
Qualcuno le considera cool, altri ridicole, io le considero un’ottima soluzione per il benessere in termini di qualità, prezzo e utilità.
Inoltre è un validissimo attrezzo per allenarsi e ci sono infiniti esercizi che si possono fare con la palla e molti consentono efficaci lavori sulla colonna vertebrale.

Provatela se potete, non ve ne pentirete.
Se non sarete soddisfatti avrete comunque affrontato una spesa irrisoria e potrete fare felice qualche bambino regalandogliela per giocare augurandogli che da adulto la utilizzi per RESTARE IN FORMA!.

Che ne pensate? Attendo i vostri preziosi commenti.

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Lavoro come osteopata nel mio studio a Milano in zona Amendola Fiera a pochi passi dalla metropolitana Linea Rossa (fermata MM Amendola Fiera) e da CityLife.

6 Responses to La goccia che scava la roccia

  1. Anonimo

    Mi è molto utile quanto hai scritto. Sono quotidianamente alla ricerca di piccoli rimedi o correzioni di posture sbagliate che mi provocano dolori fastidiosi o piccoli acciacchi. Uso saltuariamente una stokke e trovo che sia una delle sedie più scomode in assoluto. Sicuramente la postura che ti impone è corretta, ma quando sono seduta mi sento imbalsamata, e dopo un po' mi fa male la cervicale perchè inevitabilmente cerco di muovermi e perdo la postura corretta. Faccio un lavoro sedentario, e nonostante cerchi di alzarmi spesso "senza appoggiare le mani sul tavolo:)" a fine giornata la mia schiena comunque ne risente. Proverò ad utilizzare la palla perchè rispetto ad una stokke credo dia la possibilità di muoversi mantenendo la schiena dritta. Grazie

  2. Anonimo

    finalmente ho avuto il tempo di sperimentare la palla! fantastica!!! è da qualche ora che sto lavorando davanti al pc senza alcun fastidio. mi piace perchè mi posso muovere e la schiena rimane dritta. anche al mio compagno che normalmente usa una stokke è piaciuta. bello! grazie sergio:)

  3. Umberto

    Sono ormai tre mesi che lavoro "appollaiato" sulla palla: i benefici si stanno rivelando parecchi. Innanzitutto la postura è decisamente più comoda,la schiena è più eretta e si sentono continuamente
    lavorare muscoli che su di una normale sedia sarebbero sopiti. Le gambe sono sempre in movimento per trovare il giusto equilibrio. Chi mi vede seduto sulla palla stenta a credere possa essere comoda, ma, dopo
    averla provata, cambia idea. Anche il rendimento migliora: stando più comodi si è più concentrati e non ci sono le consuete distrazioni legate al "ribaltarsi" sulla sedia. Come dire: tanta resa con poca spesa, aspetto non trascurabile! Grazie, Sergio!

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