Aikido e Salute: la colonna vertebrale, l’asse

Quando in Aikido si parla di entrare nell’asse del compagno, si intende arrivare a controllare la sua colonna vertebrale così da unirsi a lui e gestirlo con efficacia.
Alcuni hanno capito che per arrivarci è sufficiente fare una leva periferica, a un dito o a un polso, così da creare dolore al punto da muovere Uke come un burattino; altri invece cercano di arrivare alla colonna vertebrale del compagno, attraverso un lavoro di controllo delle varie articolazioni secondo il concetto di continuità articolare.

Ma funziona davvero in questo modo?

Se si parla di colonna vertebrale viene in mente qualche cosa di statico e tutto d’un pezzo; al contrario la colonna vertebrale è uno stelo osseo mobile, quindi non una struttura rigida.
Immaginati un’insieme di ossa (vertebre) sovrapposte le une alle altre con interposti tra loro dei cuscinetti (dischi intervertebrali).
Questa pila di vertebre formano delle curve fisiologiche che sono concave e convesse e determinano la resistenza della colonna vertebrale nei confronti delle forze che la condizionano, quindi è necessario che si mantengano inalterate il più possibile durante tutta la vita.

Colonna vertebrale e vertebre

I dischi vertebrali svolgono la funzione di ammortizzatori delle vertebre e contribuiscono alla loro mobilizzazione.

vertebre e dischi intervertebrali

Quando un buon praticante di Aikido, dopo movimenti circolari a spirale accompagnati da una corretta respirazione ed effettuati in armonia con se stesso e il compagno, ha superato le varie articolazioni ed è finalmente giunto alla meta – l’asse –  cosa trova? Una struttura estremamente complessa ed articolata, con possibilità di movimento differenti, su più livelli.

Le funzioni principali della colonna vertebrale sono:

  • Supportare il peso corpore;
  • Trasferire le forze in gioco tra la testa, il tronco e la pelvi;
  • Consentire la flessibilità del tronco;
  • Consentire la flessione, l’inclinazione e la torsione del tronco;
  • Proteggere il midollo spinale.

La colonna vertebrale è solitamente costituita da 33/34 ossa vertebrali, suddivise in:

  • 7 cervicali
  • 12 dorsali o toraciche
  • 5 lombari
  • 5 sacrali
  • 4/5 coccigee

Tutte perfettamente articolate tra loro tramite 23 dischi intervertebrali, 4 faccette articolari per ogni vertebra, 2 superiori e 2 inferiori in comunicazione con le vertebre contigue, con morfologie e funzioni differenti. Il tutto ben tenuto da legamenti e muscoli.

Insomma, una struttura decisamente più complessa e difficile da gestire, rispetto a un polso, un gomito o una spalla.

Come ho già spiegato nei post precedenti e che puoi trovare riassunti nella pagina della Pratica Aikido-Salute relativi all’articolazione del polso, del gomito e della spalla, penso sia importante capire che tipi di movimenti ha una colonna vertebrale (in buona salute) nei suoi differenti distretti anatomici.
Questa conoscenza può esserti utile per comprendere meglio i movimenti eseguiti sia per fare che per ricevere una tecnica o effettuare una caduta, così da risultare più efficaci e attenti alla salute delle vertebre e dischi sia tuoi, che dei tuoi compagni di pratica.

Di seguito una rappresentazione grafica dei suoi gradi indicativi di movimento.

Movimenti Colonna vertebrale

Legenda:
ET FT – Estensione – Flessione Totali
EC FT – Estensione – Flessione Cervicale
EDL FDL – Estensione – Flessione Dorso Lombare
EL FL – Estensione – Flessione Lombare
AT – Angolo totale di Flessione e Estensione sul piano sagittale tra piano sacrale e masticatorio

lateroflessione rotazioni

Partendo da questi grafici, che danno una idea delle possibilità di movimento delle articolazioni presenti nella colonna vertebrale, voglio analizzare con te un concetto estremamente importante, molto esaltato per essere il responsabile dei movimenti di rotazione nella pratica dell’Aikido.

Libro Sergio Cavagliano

La rotazione del bacino

Avrai notato che la morfologia delle varie vertebre influenza notevolmente la loro possibilità di movimento. In osteopatia il concetto che la struttura governa la funzione è ben esplicitato.
Quando si parla di rotazione del bacino, in realtà ci si riferisce al tratto dorso-lombare e non al bacino stesso e i movimenti a spirale (ascendenti o discendenti) avvengono grazie al movimento delle ginocchia, che molti praticanti di Aikido, si dimenticano di avere.
Il disco vertebrale maggiormente sollecitato dal punto di vista meccanico, è quello interposto tra la D11 e la D12, questo perché la D12 inferiormente ha già le caratteristiche delle vertebre lombari quindi non sollecita il suo disco inferiore in fase di rotazione.

Il ricordarsi di piegare le ginocchia nelle rotazioni tipiche di molte tecniche di Aikido ha i seguenti vantaggi:

  • Permette a Tori di mantenere la schiena diritta così da sviluppare una buona rotazione sul proprio asse senza stressare la colonna vertebrale;
  • Le rotazioni assiali in contemporanea alla flessione delle ginocchia, producono forze centripete, come un mulinello, permettendo il controllo del compagno, che sarà attirato nel nostro centro (la cosiddetta comunione e armonia), con il conseguente utilizzo di uno spazio ridotto;
  • Al contrario, le rotazioni assiali in contemporanea all’estensione delle ginocchia, producono forze centrifughe, come una tromba d’aria, permettendo l’eventuale proiezione del compagno lontano dal nostro centro o magari, strategicamente, contro altri.

Vortice in acqua e vortice in aria, apparentemente simili, ma con forze decisamente opposte, ci hai mai pensato?

Mulinello in acqua  Tromba d'aria

Personalmente sono molto attento ad analizzare cosa potrebbe accadere nei vari distretti corporei dei compagni di pratica che ricevono e spesso subiscono una tecnica, ma anche chi esegue una tecnica non è esente da problemi.
D’altra parte nell’AI (puoi guardare il mio video su YouTube relativo al concetto di AIsi diventa una cosa sola, non due entità separate, una zona neutra in cui oneri e onori dovrebbero essere alla pari, come nella formula aikidoista 1 +1 = 1, o il Tao.

È stato effettuato uno studio biomeccanico di 50 segmenti lombari in 22 cadaveri. I suddetti segmenti sono stati sottoposti a carico graduale controllato ed analisi dei parametri di spostamento della colonna.
Lo scopo di questo studio è stato quello di comprendere
il ruolo delle strutture di stabilizzazione passiva della colonna lombare.
I segmenti  vertebrali sono stati sottoposti a carico fisiologico in contesti di flessione, estensione, rotazione assiale, flessione laterale, forze di taglio anteriore, posteriore e laterale.
Non è questa la sede in cui dare eccessive spiegazioni tecniche relative alle strutture indagate o agli aspetti anatomo-fisiologici specifici, ma i risultati emersi da un recente articolo scritto su “The Spine Journal” che ti voglio riportare sono sicuramente utili per capire l’importanza di mantenere una colonna vertebrale in asse:

  • Il disco intervertebrale subisce il 67% del carico applicato in contesti di flessione laterale e forze di taglio
  • Il carico subito si riduce < 35% in flessione, estensione e rotazione assiali
  • Le faccette articolari e le capsule articolari sono state osservate essere i principali stabilizzatori in rotazione assiale con il 49% del carico, mentre forniscono solo il 10% della stabilità quando la colonna è in estensione

Come indicato, lo studio è stato fatto su cadaveri, come la maggior parte degli studi di questo tipo, quindi fino a quando non verranno fatti studi in vivo, dovremo accontentarci di queste statistiche.
Questa osservazione però, mi permette di ricordarti che, non è sufficiente avere una struttura ottimale per funzionare al meglio; molte persone, pur avendo strutture ottimali, faticano ad utilizzarle ai massimi gradi perché condizionate dalle loro menti.
Quando si parla di AI si parla di armonia tra corpo e mente, quindi, dopo che si sono ottimizzate strutture e funzioni, è necessario armonizzarle tra loro.

Questo è uno dei temi per me più importanti per la pratica dell’Aikido: soma e psiche sono interconnessi, problematiche psico-somatiche possono avere soluzioni somato-psichiche e viceversa.

Tutto è uno. Uno è tutto.

Una delle tecniche che per eccellenza ricordano spirali che possono produrre forze centrifughe o centripete, è Irimi Nage.


Ti faccio notare che anche in questa gif, Tori flette la schiena invece di piegare le ginocchia 🙃.
Inoltre si riconosce una sessione di Irimi Nage dal collo dei praticanti che sfoggiano gradazioni di rosso più o meno intense, ad indicare un certo grado di accanimento sul tratto cervicale.

Se riguardi le immagini precedenti relative ai gradi di rotazione dei diversi distretti vertebrali, ti accorgerai che il tratto cervicale risulta essere quello più mobile soprattutto in relazione alle rotazioni. Questo però non può essere motivo per svitare il collo al povero compagno di turno pur di tirarlo giù.

Con un sapiente uso della rotazione assiale e con la flessione delle ginocchia, si ottengono degli ottimi risultati che destabilizzano Uke senza rendere il suo collo fosforescente dopo poche ripetizioni e contemporaneamente mantenendo in salute la schiena di chi effettua la tecnica.
Ti ricordo che una variante di Irimi Nage può essere effettuata a livello delle anche e non necessariamente al collo.

Qualche semplice consiglio applicabile a tutte le tecniche e soprattutto a quelle dove le rotazioni sono predominanti:

  • Usa sapientemente la respirazione in base all’obiettivo che che vuoi raggiungere;
  • Mantieni la tua schiena in asse;
  • Piega le tue ginocchia per cambiare i livelli di lavoro;
  • Mantieni il compagno di pratica vicino al tuo corpo;
  • Quando effettui Irimi Nage, evita di afferrare o stringere il collo del tuo compagno;
  • Mantieni uno sguardo periferico che anticipi la rotazione;
  • Non girare come una trottola: maggiore è la durata di una tecnica, maggiori le possibilità di sbagliare (a meno che tu non stia lavorando con un Uke pupazzo).

Buona pratica sana 🙏

Leggi gli altri approfondimenti che trovi nella pagina Aikido.

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