Caso 4

Problema

M. è un uomo di 35 anni, si presenta in studio con una diagnosi di ernia cervicale e lamenta dolore al rachide cervicale con irradiazione al braccio e alla mano destra. Questa condizione piuttosto invalidante sta notevolmente compromettendo la sua qualità di vita e il suo lavoro, non trova posizioni confortevoli e non riesce a riposare la notte a causa dei dolori.
Dopo aver visionato il referto della risonanza magnetica che evidenzia un’ernia a livello delle ultime vertebre cervicali, ascolto le difficoltà quotidiane che mi riferisce e osservo i naturali compensi che mette in atto per sostenere le diverse posizioni che assume ma che mantiene solo per pochi minuti perché sempre sofferente. Dice di essersi già rivolto ad altri professionisti ma al momento le uniche soluzioni proposte sono state farmacologiche o terapie strumentali, ma lui non ama questo tipo di approccio.
Il suo stato d’animo naturalmente è piuttosto irrequieto e allo stesso tempo demoralizzato perché questo problema che non gli da tregua, potrebbe condurlo all’intervento chirurgico che non vorrebbe affrontare. È la prima volta che si rivolge ad un osteopata.

Intervento

Come mia consuetudine mi relaziono con il paziente e non solo con la sua problematica, prendendo in consideraziona anche la componente emotiva che gioca un ruolo importante quando si sta affrontando una condizione di sofferenza e di dolore. Con un linguaggio comprensibile, ho spiegato a M. la fisiopatologia di un’ernia rassicurandolo su una possibile risoluzione spontanea nell’arco di pochi mesi.
Con la sua collaborazione, abbiamo individuato le posture antalgiche che potessero dargli sollievo favorendo in questo modo il cambio di atteggiamento nei confronti del problema così da diminuire la comune kinesiofobia che compare nella maggior parte delle persone affette da queste problematiche; ho consigliato un rialzo del cuscino durante le ore di sonno, così da riposare meglio e permettere una migliore gestione del dolore.
Il trattamento osteopatico vero e proprio è stato effettuato solo dopo aver messo il paziente nelle condizioni di riceverlo e procede sempre nel rispetto delle possibilità che mi sono concesse dal paziente; nello specifico il trattamento si è focalizzato su un lavoro sui tessuti molli, sul sistema fasciale, sulla decompressione di tutto il rachide con prevalenza cervicale e sulla mobilizzazione di tutti i distretti articolari a partire dalla periferia fino a livello centrale.
A conclusione del trattamento, ho consigliato al paziente alcune correzioni posturali e ho indicato alcuni esercizi di stretching muscolare e di neurodinamica per mobilizzare le zone sofferenti.

Risultato

Dopo circa 12 sedute svolte in 3 mesi, il paziente confermava la remissione completa della sintomatologia neurologica ritrovando una buona condizione di salute.
Grazie all’approccio multilivello che comprende il trattamento osteopatico, la partecipazione attiva del paziente e la comprensione del proprio problema di salute, M. ha compreso quanto è importante ascoltare i segnali del corpo, così da intervenire tempestivamente ed evitare l’insorgere di complicazioni.

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Lavoro come osteopata nel mio studio a Milano in zona Amendola Fiera a pochi passi dalla metropolitana Linea Rossa (fermata MM Amendola Fiera) e da CityLife.