Sindrome del tunnel carpale: sintomi e rimedi

Con il temine sindrome, si intende in medicina, un insieme di sintomi e segni clinici che costituiscono le manifestazioni cliniche, di una o diverse malattie, indipendentemente dall’eziologia che le contraddistingue. Pertanto diverse malattie possono provocare lo sviluppo della medesima sindrome e, viceversa, la stessa malattia può manifestarsi con più sindromi differenti tra loro. Vediamo di seguito la sindrome del tunnel carpale.

Cos’è la sindrome del tunnel carpale

Nervo mediano con tendini e legamento

Tra la parte interna del polso e il palmo della mano esiste una struttura osteo-legamentosa che si struttura in una sorta di arco, un tunnel appunto (da qui il nome), in cui passano i tendini dei muscoli flessori dell’avambraccio e tra loro anche il nervo mediano.
Questo nervo ha una componente sia sensitiva che motoria ed è lui che si lamenta quando viene compresso tra le strutture circostanti. L’aumento del suo volume (ipertrofia) e/o dei tendini vicini o l’infiammazione del legamento traverso sono le principali condizioni fisiopatologiche che condizionano questo problema.
In altri casi, è il diametro del canale stesso a ridursi, magari a causa di una frattura o una lussazione del polso.

Il ridotto spazio anatomico crea così le condizioni per un conflitto tra contenitore e contenuto.

Questa sindrome fa parte di quelle patologie definite neuropatie, ossia una sofferenza dei nervi, in questo caso a livello periferico del nostro corpo.

Le cause principali

A partire dai 40 anni, aumenta il rischio di contrarre la sindrome del tunnel carpale, una delle patologie più comuni della mano.
Anche se questa patologia colpisce entrambi i sessi, sembra che le donne ne siano maggiormente colpite. In particolare nel periodo della gravidanza: la ritenzione di liquidi tipica di questo momento fa sì che i tendini flessori aumentino di volume. Per questo, i sintomi legati al tunnel carpale in genere regrediscono dopo il parto.
Ma la patologia si può presentare anche in concomitanza di altri eventi o fasi della vita:

  • Alcuni tipi di lavori che richiedono movimenti ripetuti delle dita della mano (es. sarta, massaggiatore, ecc.);
  • Utilizzo prolungato nel tempo di tastiera e mouse;
  • Lavori che utilizzano strumenti che producono vibrazioni, come ad esempio un martello pneumatico;
  • Praticare alcuni sport (bowling o tennis) e l’uso di strumenti musicali che possono comportare micro traumi ripetuti al polso;
  • Traumi al polso con immobilizzazioni;
  • Ereditarietà;
  • Difetto congenito (il tunnel risulta più piccolo del normale);
  • Menopausa;
  • Alcune patologie sistemiche come il diabete, la gotta, artrite reumatoide, disfunzioni tiroidee.

I principali sintomi del tunnel carpale

Il formicolio e la sensazione di intorpidimento alle prime tre dita della mano, sono questi i primi sintomi che si manifestano in genere nelle persone affette da questa sindrome. In seguito questi sintomi si trasformano in dolore che può coinvolgere anche l’avambraccio, il polso, la mano con accentuazione ad alcune dita;  possono essere presenti sensazione di bruciore, debolezza nella presa, gonfiore e si possono avvertire anche delle scosse, spesso con peggioramento nelle ore notturne.
Negli stadi avanzati di sofferenza del nervo mediano è frequente osservare un’ipotrofia (diminuzione del volume) dei muscoli del pollice con la formazione di un solco molto evidente.
Le persone con patologia severa non sono più in grado di svolgere anche semplici gesti quotidiani come prendere piccoli oggetti,  tenere in mano il telefono, il volante dell’auto o il manubrio della bicicletta.

La diagnosi

La diagnosi è sempre un atto medico e come tale deve essere eseguita da uno specialista. Alcuni test clinici elettivi come il test di Phalen, il segno di Tinel o alcuni test compressivi dei legamenti, confermeranno o meno la diagnosi, ma la precisione diagnostica spetta agli esami strumentali. Con l’elettromiografia è possibile valutare la conduzione elettrica del nervo individuando con esattezza la zona di compressione. Talvolta viene prescritta anche una radiografia per escludere complicazioni ossee derivate da processi artrosici. Se si sospettano patologie metaboliche possono essere indicati anche esami del sangue approfonditi.

Cosa fare in caso di tunnel carpale

Solitamente, il tunnel carpale si manifesta con dolori molto forti solo quando l’infiammazione è particolarmente accentuata. Questo significa che è una patologia subdola, che inizia pian piano per poi provocare un fastidio sempre più intollerabile. Per questo motivo e per scongiurare un intervento chirurgico quindi, è bene agire al primo campanello d’allarme. Appena avverti che qualcosa non va segui questi semplici consigli:

  • Riposati dall’attività manuale che stai svolgendo, magari distendendo il polso e massaggiando la mano;
  • Cerca di mantenere il polso e l’avambraccio sulla stessa linea per non comprimere il nervo;
  • Se ti è possibile cerca di astenerti da attività manuali che stimolano le sensazioni fastidiose alla mano;
  • Molto utili gli strumenti di lavoro migliori come ad esempio il mouse verticale o la tastiera ergonomica;
  • Applica del ghiaccio sul polso (non a diretto contatto della cute) per 15/20 minuti almeno 4/5 volte al giorno.
  • Fai degli esercizi di stretching dei muscoli dell’avambraccio sia per i flessori che per gli estensori.
  • Mantieniti idratatə e segui una alimentazione ricca di frutta e verdura.

Se tutto questo non da risultati soddisfacenti, sotto stretto controllo medico potrebbe essere necessario assumere FANS (farmaci antinfiammatori non steroidei), integratori mirati, e/o sottoporsi a sedute di Tens, laser e in alcuni casi ricorrere a delle infiltrazioni locali di corticosteroidi. È frequente anche l’impiego di un tutore che metta a riposo il lavoro articolare, soprattutto la notte.
Nei casi più gravi, dove è presente una forte sofferenza neurologica con perdita di tono muscolare e funzione della mano si dovrà ricorrere alla chirurgia.
Ad oggi esistono delle tecniche mini invasive che permettono la liberazione del nervo compresso risolvendo la sintomatologia dolorosa e ripristinando il corretto funzionamento della mano.

Cosa può fare l’osteopatia

L’interesse dell’osteopatia è sempre quello di promuovere la salute, non di combattere le malattie. Per questo la visione del problema è sempre rivolta alla persona e non alla patologia. Non c’è un tunnel carpale, c’è una persona che ha un problema al polso, alla mano e all’avambraccio; esiste una soggettività che va tenuta presente. Una visione complessiva consente all’osteopata di valutare nella sua globalità l’origine del problema che la persona manifesta.

Le persone spesso arrivano con situazioni già progredite e magari si sono precedentemente rivolte ad altri professionisti senza aver raggiunto i successi sperati. Importante quindi valutare lo stato di avanzamento della problematica per identificare a grandi linee quali saranno le tempistiche per ottenere dei miglioramenti e la sperata risoluzione.  Il nervo sofferente non è la sola causa del problema ma è parte di esso, pertanto il trattamento osteopatico sarà esteso alle strutture circostanti, lungo tutto il tragitto del nervo che ha origini cervicali, così da mettere i tessuti nelle condizioni migliori per alleggerire l’eventuale compressione che crea la sofferenza nervosa.

Oltre a suggerire alcuni cambiamenti da apportare nei gesti quotidiani, spesso concause del problema, l’osteopata propone delle correzioni posturali e funzionali per ripristinare una migliore biomeccanica delle strutture coinvolte; gli esercizi di stretching, da compiere in autonomia, saranno parte integrante del percorso di recupero.

Il trattamento osteopatico risulta molto utile anche nell’eventualità che la persona abbia subito l’intervento per la liberazione della compressione nervosa. In questo caso la mobilizzazione del tessuto cicatriziale e di quello circostante, evita possibili recidive da fibrotizzazione tessutale e favorisce il ripristino della corretta mobilità fasciale ed articolare. Inoltre saranno suggeriti dei semplici esercizi per il rinforzo del tono muscolare solitamente diminuito per la condizione subita fino a quel momento.

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Lavoro come osteopata nel mio studio a Milano in zona Amendola Fiera a pochi passi dalla metropolitana Linea Rossa (fermata MM Amendola Fiera) e da CityLife.

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