Aikido e Salute: Arte per il benessere del corpo e della mente

In molti annunci pubblicitari che promuovono i corsi di Aikido, spesso è evidenziato che la pratica di questa splendida Arte:

  • è utile per ritrovare e/o mantenere un buono stato di benessere sia del corpo che della mente;
  • è efficace per la difesa personale e in particolare modo è vantaggiosa per l’universo femminile.

Capisco che lo scopo di questa promozione è quello di incentivare le iscrizioni, quindi si fa il possibile per soddisfare anche gli ipotetici o concreti bisogni dei futuri clienti. Sarebbe controproducente dire che praticando Aikido si subiranno leve dolorose e infinite cadute sulla materassina anche se a tal proposito ho già espresso la mia opinione che puoi leggere nella pagina dedicata alla Pratica Aikido e Salute.
Sono il primo sostenitore delle infinite potenzialità che si possono esprime con quest’Arte, anche se l’Aikido non ha nulla di più e nulla di meno di molte altre discipline marziali e non.
L’Aikido è un metodo (sempre più interpretato e personalizzato), che aiuta a scoprire il proprio potenziale e anche grazie agli insegnamenti dei maestri, ci supporta per diventare una unità armonica e funzionale.

Tuttavia l’evoluzione dell’essere umano non è una prerogativa dell’Aikido, che è solo un tassello.

Mi astengo nell’esprimere il mio contributo in merito agli stili, alla tradizione e all’efficacia delle tecniche: nei gruppi social e nei forum in rete trovi una grande quantità di dibattiti sul tema. Voglio invece invitarti a porre l’attenzione sul concetto di benessere-psicofisico:

  • Praticare Aikido significa davvero restare in salute?
  • La mente trova un suo stato di serenità associata ad un benessere corporeo?

Il concetto di benessere è estremamente discutibile dato che molte persone trovano piacere facendo attività che non sempre rientrano nell’ambito della salute.
Questa mia attenzione al benessere psicofisico nella pratica dell’Aikido, è legata oltre al mio percorso formativo e alla mia professione, anche ad una osservazione oggettiva:

Se vuoi continuare a praticare Aikido, devi necessariamente preoccuparti di restare in buona salute, soprattutto considerare in largo anticipo che l’invecchiamento è fisiologico.

La mobilità fisica dei bambini che consente ampi gradi di movimento, è una condizione che inevitabilmente si riduce durante la crescita e che in età adulta dovrebbe essere conservata il più possibile. Sarebbe davvero bello ritornare bambini ma possiamo solo procedere in un’unica direzione e guardare avanti. 😉
Quanto della preparazione, della tecnica e dei principi dell’Aikido, sono davvero utili e ottimizzati per raggiungere tale scopo?

In tanti anni di pratica, mi sono capitate diverse occasioni in cui, per motivi di salute, non ho potuto calcare il tatami. Se agli inizi queste transitorie condizioni mi portavano un certo grado di frustrazione per non poter vivere la mia passione, col tempo ho scoperto il piacere e l’utilità dell’osservazione.
Restare giù del tatami e guardare il lavoro degli altri aikidoki, mi ha consentito di osservare e di annotare le infinite sfumature e variazioni di apprendimento e di esecuzione dei praticanti.
Un modo estremamente utile di imparare senza faticare 😀 Il massimo rendimento con il minimo dello sforzo.
Chi è passato al ruolo di maestro capirà sicuramente cosa intendo.

Si impara tantissimo attraverso l’insegnamento e l’osservazione della pratica degli allievi.

Se non hai ancora provato, ti invito ad osservare i compagni di pratica, soprattutto nelle fasi di preparazione, nell’aikitaiso:

  • Come stanno seduti in seiza?
  • Come si alzano?
  • Come si inginocchiano?
  • Come fanno lo stretching?
  • Quale mobilità articolare hanno?

Ad esempio, si può imparare dall’osservazione che i limiti fisici non agevoleranno i movimenti delle tecniche e le cadute.

Libro Sergio Cavagliano

La fase di preparazione nella pratica dell’Aikido

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Tamura Sensei
dedicava molto tempo alla fase di preparazione alla pratica; nelle sessioni estive in Francia alla preparazione era dedicata almeno un’ora, poi seguivano le tecniche. Il maestro Tamura era uno dei pochi che fino in tarda età era in grado di rotolare perfettamente sui tatami del mondo senza alcun problema.
Immagino che la sua pratica sia cambiata nel corso degli anni, passando da una fisicità più marcata in giovane età, come molti filmati documentano, fino all’essenza del movimento, il tutto senza perdere di armonia ed efficacia e soprattutto garantendo degli standard di salute e benessere piuttosto evidenti.

Ho già scritto diversi articoli che puoi trovare raccolti nella pagina della Pratica Aikido e Salute, in cui mi sono occupato di descrivere gli aspetti anatomico-funzionali nell’Aikido relativamente alla pratica delle tecniche, delle leve e delle cadute. Questi fanno parte della pratica successiva alla fase di preparazione, spesso data per scontata, trascurata o male interpretata, caratterizzata da kata di movimenti codificati di cui temo, molti praticanti non colgano le reali utilità. Esistono altri movimenti, assolutamente integrabili con la routine conosciuta, che potrebbero essere più funzionali al raggiungimento di miglioramenti strutturali e funzionali.

Non pensi che sarebbe utile capire a cosa serve un determinato movimento così da migliorarlo o eventualmente integrarlo con altri esercizi?

Non ha alcun senso eseguire ripetutamente per anni gli stessi movimenti senza sapere se li stai svolgendo correttamente, se puoi farli diversamente o se ne esistono di migliori.

Esiste una abitudine ai movimenti, si tratta di automatismi per semplificare la vita. É un normale processo che attua il nostro cervello, ma questo comporta una minore presenza nel gesto, una minore qualità e questo contrasta con un concetto molto importante, frequentemente ricordato nella pratica e per me utile nella vita: il concetto di PRESENZA.
Ascoltare quello che si fa, significa essere presenti, garantire attenzione ad un gesto, ricercare l’essenza e la qualità.

Per coltivare la presenza non è necessario essere sul tatami e praticare Aikido, lo si può fare sempre e ovunque, basta volerlo.

Ricordo alcuni stage tenuti dal Maestro Savegnago, il quale, con una protesi all’arto inferiore, aveva dovuto adattare la pratica al corpo.
La cosa incredibile che accadeva in ogni stage era che Savegnago doveva correggere alcuni praticanti che, invece di ascoltare consapevolmente il gesto che stavano compiendo, copiavano quanto il buon Sensei era in grado di fare, mimando di fatto, un handicap! Non sapevo se essere più dispiaciuto per i limiti oggettivi del maestro o della superficialità di questi praticanti…

Ritengo che l’Aikido contemporaneo non possa più essere praticato e avere gli stessi scopi per i quali è nato. E’ necessaria una evoluzione da più punti di vista, che non lo snaturi nei contenuti filosofici, ma che lo renda quanto meno attuale, indipendentemente dagli stili o dalle motivazioni personali che ognuno di noi ricerca attraverso la pratica.
Io credo che un denominatore comune, slegato dagli stili, dal tempo e dalle mode, sia un Aikido che abbia come vocazione la ricerca della salute e del benessere corporeo e psichico.

In questi anni di pratica e di ricerca, ho avvertito il bisogno di evidenziare con maggiore determinazione, l’aspetto inerente la salute nella pratica dell’Aikido, cercando di ottimizzare i movimenti e integrando la tradizione e l’efficacia con la logica anatomico-fisiologica, così da permettere una utilità che vada oltre le tecniche, finalizzandola al funzionamento ottimale dei praticanti.
Nella Pratica Aikido-Salute, mi impegno a fondo per capire cosa sia meglio per una articolazione o un muscolo; verifico i movimenti, affinché siano utili per ogni praticante, così da rendere la persona più funzionale, indipendentemente dalle capacità tecniche.

Quante volte nella vita ti capiterà di fare una tecnica di Aikido in quanto tale rispetto al vivere correttamente il tuo corpo e la tua mente?

Quando si vuole copiare quanto viene mostrato, vanno fatte alcune riflessioni:

  • Si vede quello che si conosce, quindi chiediti cosa conosci;
  • Sei fisicamente e psicologicamente uguale al Maestro che vuoi copiare?
  • Che utilità c’è nell’assomigliare ad altri invece di capire come funzioni per poi proporre la tua forma tecnica?
  • Senti quello che fai oppure sei distratto dalla teoria dei movimenti?
  • Qual è il senso di ripetere lo stesso movimento in maniera sempre uguale?

Il nostro corpo ci parla e più lo interroghiamo, più ci risponde. Siamo capaci di ascoltarlo?

Ad ogni persona, il suo Aikido

Siamo tutti diversi pur compiendo apparentemente gli stessi gesti. Ognuno ha la propria postura, ossia la capacità del corpo di bilanciarsi per non cadere.
La postura comprende la somma di adattamenti e compensi derivanti da lesioni o dalle abitudini per consentire al corpo di bilanciarsi e funzionare in modo efficace.
La postura neutra si ha quando il cervello e il sistema nervoso utilizzano informazioni provenienti da tre fonti per bilanciare il corpo nello spazio quando sta in piedi, si siede o si muove. Il cervello integra le informazioni che riceve per bilanciare il corpo.

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Le tre fonti sono:

  • gli occhi: noi vediamo ciò che è al loro livello;
  • le orecchie: l’apparato vestibolare trasmette al cervello le informazioni sulla posizione relativa e sul movimento dell’orecchio interno;
  • i muscoli e le articolazioni: i propriocettori contenuti nei muscoli, nei legamenti e nei tendini informano il cervello con quale intensità ciascuno di essi è stato sollecitato.

Senza diventare degli specialisti, ti risulterà chiaro che perturbazioni legate alle sole tre fonti elencate, possono inevitabilmente influenzare le funzioni base degli individui, in primis, l’equilibrio.

I compensi e gli adattamenti posturali possono essere sia causa che un effetto di un problema clinico.
Problemi di postura asintomatici possono causare uno stress meccanico inopportuno, predisponendo una persona sia a una lesione che a una sindrome da stress meccanico cronico.

Una cattiva postura crea schemi di movimento del corpo adattativi scorretti che causano uno stress sul sistema muscolo-scheletrico, che provoca una prematura degenerazione articolare e una vulnerabilità alla lesione.

Le ricerche dimostrano che i traumi da sport sono correlati ad alterazioni della meccanica corporea.
L’incidenza di una lesione negli atleti è stata legata a distorsioni posturali associate alla sede della lesione, e quelli con più di due tipi di lesione hanno una simmetria posturale significativamente peggiore.

Buone abitudini possono creare una postura forte e stabile, cattive abitudini possono orientare il corpo ad una cattiva postura o all’instabilità.

Clinicamente un’alterazione posturale inizia la cascata di cause ed effetti di compenso. Soggettivamente non ci si rende conto perchè il corpo cerca sempre una sua zona di comfort in cui non si avvertono dolori e disagi, ma nel tempo, questa capacità è destinata a fermarsi, momento in cui iniziano i dolori.

Ti invito quindi a riflettere su quanto il tuo modo di praticare Aikido, sia consono alla tua salute fisica e psichica e nel caso, attuare degli accorgimenti maggiormente allineati alle tue possibilità, così da rendere più proficua la pratica e mantenere la tua passione fino in età avanzata.
Sono i particolari che fanno la differenza.

equilibrio mente e corpo

La componente psicologica non è affatto da sottovalutare in nessun ambito, considerato che il software e l’hardware sono connessi.
Le emozioni e gli stati d’animo influenzano la pratica dell’Aikido che è una diretta conseguenza di quanto la psiche condiziona il nostro corpo.
Riuscire a gestire il nostro stato d’animo affinché non influenzi la nostra pratica, è un’impresa assai difficile. Così dobbiamo necessariamente convivere con il fatto che sul tatami spesso si subiscono le giornate dei praticanti, sperando che non siano andate poi tanto male 🙏🏻.

L’AI, l’armonia tra mente e corpo, è un requisito di base per potersi impiegare al meglio e vivere concretamente il concetto di presenza.
Una mente distratta non solo rende tutto più difficile, ma espone a pericoli derivanti dalla disattenzione sia verso se stessi che verso i compagni di pratica.

Corpo e mente sono un legame inscindibile ed è per questo che vanno considerate alla stessa stregua. Se esistono delle problematiche psico-somatiche, allora  possono esserci delle soluzioni somato-psichiche e queste possono avvenire anche tramite la pratica dell’Aikido.

Conoscendo noi stessi, potremo sapere come prenderci cura di noi stessi; se non ci conosciamo, non potremo farlo. (Platone)

Buona pratica sana 🙏🏻

Leggi gli altri approfondimenti che trovi nella pagina Aikido.

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