Leva la Leva

La libertà nella scelta non sta solo nel decidere autonomamente quale ‘espressione tecnica’ vivere; non essere obbligati a fare una leva per gestire un Uke, anche questo significa esseri liberi di scegliere: una nuova e ulteriore opportunità.

Il pensiero è una delle tante manifestazioni del KI, una forma di energia.
Fino a quando i pensieri saranno “vincolati” all’attenzione di un polso, di un gomito o di una spalla, risulterà davvero difficile essere liberamente in grado di gestire la totalità.
Il KI aikido piuttosto che i Ki Kong o altre discipline che lavorano principalmente sulla gestione dell’energia, insegnano che canalizzandola col pensiero su determinate zone del corpo, lo rendono pressoché invulnerabile.

Senza andare nel complicato, provate ad esempio a fare semplicemente un Kotegaeshi a uno/a che non vuole farsi piegare il polso e, a meno che non ci sia una grande disparità di forza, vi renderete subito conto di quanto sia realmente difficoltoso poterlo fare.
La mente gioca un ruolo molto importante sulla gestione del corpo.

Esistono dei “territori personali” nei quali tutti noi siamo in grado, essendo comodi, di sviluppare al meglio le nostre capacità; come si dice, ognuno è Re in casa sua.

La relazione tra base stabile e territorio è verificabile con ikkyo-undo e tori-fune.

Libro Sergio Cavagliano

Questi due esercizi ci permettono di vivere a pieno la nostra capacità funzionale in diretta relazione con il nostro territorio. Tecnicamente  nel momento in cui in un kamae classico, ondeggiando in avanti portiamo il ginocchio anteriore oltre la punta del piede, o verso il dietro oltrepassiamo il tallone posteriore con il sedere, usciamo da quel cilindro di forza immaginario, che rappresenta il nostro territorio , la nostra casa e superiamo quel confine oltre il quale non siamo più in grado di funzionare al meglio.

Un Uke che non esce di casa e la sa gestire bene, difficilmente risulta vulnerabile e i suoi unici pensieri sono quelli di contenere le invasioni e i tentativi di ingresso che invece di destabilizzarlo lo rafforzano.

Ma un Uke che resta chiuso in casa, dimostra una incoerenza di ruolo perché non manifesta una gran voglia di comunicare, risultando relativamente poco pericoloso.

Meglio portarlo fuori casa, in campo aperto. Li le forze ‘casalinghe’ diventano discutibili, si annullano.
Le preoccupazioni cambiano, non si deve più gestire un tentativo di leva, ma si deve gestire qualcosa di più grande, le fondamenta della casa, l’equilibrio.
E come naturalmente accade, il pensiero vacilla così come vacilla il corpo, diventando vulnerabile.
Si sono aperte le porte che permettono di arrivare al centro della casa (l’asse) e tutto questo senza dover utilizzare le chiavi (leve).

Meglio farsi aprire dall’interno che forzare una porta, non vi pare?
Ma la questione è: dobbiamo sempre dipendere da una leva per gestire il compagno?
In un post precedente Aikido è anche salute concludevo chiedendo opinioni sul movimento delle anche nelle tecniche di aikido.
Mi riallaccio a questa domanda per affermare che si possono ottenere grandi cose senza necessariamente dipendere da una leva per ottenere il controllo della situazione.

Riuscire a gestire un attacco senza violentare un’articolazione ma indirizzandolo altrove, credo sia proprio un bel modo di praticare l’Aikido.
Non è affatto facile, al contrario, una leva spesso risulta essere più appagante perché permette di ‘sistemare le cose’ in modo più pratico, ma sicuramente non è espressione di libertà e rispetto.

È da qualche anno che cerco di seguire questo pensiero e ho imparato ad accettare che ogni tanto non riesco nell’intento, accogliendo il mancato obiettivo con un sorriso. All’inizio della pratica si comincia a relazionarsi con i compagni attraverso delle prese e questo contatto ci permette di comprendere, di sentire in primis le capacità articolari dell’altro/a.

Ma negli anni ci si accorge che praticare Aikido è molto di più e che la relazione con gli altri avviene prima del contatto stesso attraverso sensazioni sottili. Muovendosi nello spazio e nel tempo si condizionano distanze e atteggiamenti, un mondo importantissimo che esiste e spessissimo mal vissuto o addirittura sconosciuto, che invece prepara il tutto al contatto fisico.
Questo per me è la parte finale di un pensiero, che si è già fisicamente manifestato, decidendo gli eventi. Se solo si riuscisse a dare più importanza a questo “mondo” sicuramente ci si svincolerebbe dal fare leve e creare dolori dannosi.
Questo non significa non essere efficaci, sto parlando di un’altro tipo di efficacia: una risoluzione buona, pacifica, che non crea danni a nessuno e si avvicina assolutamente alla visione di armonia, di amore e di pacifismo del Fondatore.

Provate a lavorare su qualche tecnica cercando di evitare la leva e verificate cosa accade.
Davvero l’efficacia dell’Aikido dipende solo da una leva? Che poca cosa sarebbe.
Pensate invece a quanto si potrebbe davvero essere funzionali riuscendo a gestire un attacco senza leve avendo la possibilità di scegliere se farle o non farle.
Fate uno sforzo e provate a pensare all’Aikido non in base alla capacità di ‘tirare giù qualcuno’ come si dice, ma al riuscire ad evitare che si faccia male qualcuno in uno ‘scontro’; in questa seconda ipotesi le leve sarebbero giustificate?

Io credo che ci siano tanti modi di interpretare l’Aikido, come già accennato in altri post, ma basare la pratica di un’Arte dell’Amore, della Pace e dell’Armonia su leve e voli spettacolari che nel tempo frequentemente compromettono la salute dei praticanti, lo trovo alquanto incoerente.
È vero, i gusti sono gusti, ma personalmente scelgo il gusto della salute e dello stare bene serenamente.
E a voi, quali gusti piacciono?

Buona pratica sana 🙏🏻

Leggi gli altri approfondimenti che trovi nella pagina Aikido.

2 Responses to Leva la Leva

  1. enrica

    Bravo Sergio! Ottimo post e poi, avendo la possibilità e la fortuna di lavorare ed imparare da te, so cosa vuoi dire quando affermi di sentire il compagno/a prima ancora …della tecnica riuscendo a mettermi in difficoltà senza muovere un dito!

  2. Anonimo

    Mi è stata data molte volte la possibilità di potere togliere l'equilibrio del mio compagno semplicemente facendo un passo indietro, ma ogni volta ho fatto un passo avanti cercando di "tirarlo giù" in tutti i modi. Non mi piace fare leve provocando dolore, ma scelgo, o meglio, mi viene spontaneo usare la "forza", piuttosto che trovare quel famoso vuoto da riempire…spero prima o poi di farcela:)io ce la metto tutta. Grazie. sabri

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